martedì 22 maggio 2012

. . . MOLTO UTILE ET HUMILE ET PRETIOSA ET CASTA.

Così San Francesco descriveva l'acqua: il nostro bene più grande. E non si è mai sentita definizione più perfetta ! Che l'acqua sia utile lo sa il cuoco come la massaia, il pastore come il fornaio, il lavapiatti come il contadino. . . Ma quanto essa sia preziosa, anzi indispensabile, lo sanno bene quelle popolazioni che riescono a malapena a trovarla dopo aver scavato per ore. E però c'è chi la spreca senza pensare che una sola goccia avrebbe salvato dalla morte un bimbo africano. Gli scienziati spesso ci avvertono cha l'acqua potabile non è infinita ed altri studiosi si adoperano nella ricerca di sistemi di potabilizzazione dell'acqua di mare. Proprio in questi giorni il mio amico Gigi dal Brasile mi chiede cosa ne penso dei recenti studi sulla possibilità di ricavare acqua dalla trasformazione dei rifiuti urbani. Francamente la mia preparazione scientifica non arriva ad immaginare nemmeno lontanamente quale possa essere il percorso per ottenere un miracolo simile. Ma siccome ho molta fiducia nella Scienza, oso ipotizzare che la cosa sia fattibile. E così sarebbe possibile dissetare tutte quelle popolazioni, il cui territorio noi Europeri avevavmo scelto per fare le discariche per i nostri rifiuti, dimostrando ancora una volta che la nostra può ben essere definita CIVILTA' DEGLI SPRECHI. Una sola cosa mi sento di dire: se quegli scienziati riusciranno nel loro nobile intento. . . LAUDATO SIE MI' SIGNORE:

giovedì 19 aprile 2012

OLTRE OCEANO

Ho conosciuto Luiz Arlindo Cioccari durante una tournée in Brasile, fatta dal coro Marmolada nel 2003. Da quel lontano giorno ci siamo tenuti in contatto con email o attraverso SKYPE. Qualche giorno fa Gigi (questo è il suo nome per gli amici) mi ha chiesto come stavo e assieme a lui si è informata sulla mia salute anche Rosalice, una sua amica, alla quale , fin dai pimi tempi , aveva fatto leggere i post nel mio blog.

"Come sta Toni?" gli aveva chiesto "Perché non scrive più nel suo blog ? Mi piaceva tanto leggerlo." La cosa mi ha fatto immenso piacere, come potete imaginare. E subito mi sono ripromesso di riprendere a scrivere. Questo post lo dedico proprio a Rosalice, non fosse altro che per il fatto che il suo nome è composto da "Rosa", la regina dei fiori e "Alice" che è il nome di una delle mie bellissime nipoti.

Ma ora voglio fare alcune considerazioni: pensate. . . quasi un decennio fa ho conosciuto la famiglia Cioccari: il papà Gigi, la mamma Elenir, le figlie Camila ed Fabiane e la nonna Amabile Colomba, che quando mi ha conosciuto si è messa a piangere, percé non aveva mai visto un italiano in carne ed ossa. Con il passar del tempo sono comparsi Fabricio e Leandro , fidanzati e poi mariti delle care fanciulle. . . E poi sono comparsi anche Lucas e Artur, bellissimi bambini, di cui conservo le foto. Insomma, tutta una famiglia felice, che mi ha onorato e continua ad onorarmi della sua amicizia. Ma come se non bastasse coinvolge in tutto questo anche Rosalice. Ce n'è di che esser soddisfatti.

Ma il merito non è tutto mio: il Coro Marmolada è stato l'iniziatore di questa bella storia e fino a che continuerà a portare le sue voci in giro per il mondo, altre belle storie nasceranno.

domenica 19 giugno 2011

LA CAROTA

Ze na roba a tuti nota
quanto ben che fa la carota!
Sta raìsa longa e dura,
sta regina de la verdura
fata a fete opur a tochi
la rifiuta proprio in pochi.
I so usi (i ze miliardi)
imparar no ze mai tardi:
se ti ga na gamba rota
fate impachi de carota;
se el cavalo più no trota
fa ch'el magna na carota;
se to suocera ze sota
daghe brodo de carota;
se ti ga ciapà na bota
usa unguento de carota;
col cagoto po', tien nota,
ze importante la carota. . .
Gastu proprio ben capìo?
No par boca. . . par dadrìo

Eco. . . l'uso principale
el ze proprio quelo anale:
le signore o signorine
le se compra carotine.
"Per la dieta" dize lore. . .
ma po' dopo, bionde o more
no le mete più nel brodo,
ma le usa in altro modo.

Un me amigo ga un problema:
una pansa che ghe trema
e, più soto, na rovina
ghe ze solo na carotina!
Più che cresse quela de sora,
manco staltra ghe vien fora.

Co sto afano e sto dolor
va el meschino dal dotor,
che ghe scrive ne la nota:
"Dopo i pasti una carota.
Se continuano le bue,
se ne prenda pure due."
"Ghe ne fasso un bel brodeto?"
ghe domanda el poareto.
"Quale brodo, per San Pietro!
Se le metta nel di dietro"
"Con un po' di vaselina?"
"Col sabion, sera e matina."

Poro gramo. . . el ga ubidìo. . .
el s'ha fato un bel dadrìo
e par far calar la pansa
ga imparà sta bruta usansa.

MORALE
Oh che bone, crue o cote,
oh che ben che fa e carote!

venerdì 6 maggio 2011

ENERGIA (2)

Don Chisciotte si era avventato contro i mulini a vento, avendoli scambiati per giganti.

Il visionario!

Anche ai giorni nostri esiste qualche matto, che non vuole assolutamente far uso delle energie alternative, preferendo sfruttare il petrolio o, peggio ancora, l'atomo.

Eppure per tanti secoli l'uomo ha sfruttato il vento e il fiume, per risparmiare la sua energia, o per realizzare delle opere, per le quali i suoi muscoli erano insufficienti.

Ed ecco le vele, ecco le pale dei mulini a vento, ecco la ruota che gira per macinare le granaglie. . .

Immagini da sempre contemplate con piacere e addirittura immortalate in quadri e foto artistiche.

Che cosa, se non il vento, ha spinto le caravelle oltre l'Oceano?

E come avrebbero potuto gli Egiziani costruire le piramidi, se il Nilo non li avesse aiutati a trasportare quegli enormi massi?

Ma che razza di bolletta hanno dovuto pagare i navigatori ed i Faraoni?

E quante guerre hanno dovuto fare per appropriarsi di quelle immani ed inesauribili energie?


TUTTO GRATIS E SENZA SPARGIMENTO DI SANGUE !


Però qualcuno ricorderà che i mugnai, solo per il fatto di essere i controllori, se non addirittura i proprietari dell'energia, costituivano una vera e propria casta, che dettava legge e sfruttava la povera gente.

Mi viene in mente un modo di dire molto usato dalle mie parti: "pagarse da munari".

Il povero contadino che portava il suo sacchetto di grano al mulino, non avendo contanti, doveva lasciare una buona parte della farina al mugnaio, che poi naturalmente lucrava nella vendita.

Così ha fatto e vorrebbe continuare a fare Gheddafi, con tutti coloro che hanno bisogno del petrolio.

Ma tutto questo non vale un "baciamano".

mercoledì 27 aprile 2011

ENERGIA

Fin dai primi momenti della sua esistenza l'Uomo ha avuto il problema dell'energia.

Infatti si è subito accorto che usare sempre la sua forza per portare pesi, o per cacciare lo stancava molto.

Così si è guardato intorno e ha visto che poteva farsi aiutare dal vento, dalla corrente del fiume, o da qualche animale mansueto e facile da domare.

Ma mentre lui faceva queste scoperte , qualche suo compaesano si impadroniva delle rive del fiume o monopolizzava l'allevamento degli animali da soma, diventando sempre più potente.

"Mutatis mutandis" anche al giorno d'oggi succede la stessa cosa: i proprietari dell'energia si arricchiscono sempre più e si contendono le fonti energetiche anche a colpi di cannone o bombardamenti più o meno mirati.

E talvolta i comuni mortali non riescono a capire quale sia il vero motivo della contesa.

I governanti infatti riescono a far credere certe assurdità, per cui riesce difficile rendersi conto della verità.

Io ricordo bene quando ci hanno detto che il petrolio stava finendo e che non si poteva più circolare in macchina.

Ma dopo poco tempo il primo ministro (che mi pare fosse Colombo) andò direttamente da Agnelli ad annunciare che i rubinetti si erano di nuovo aperti. Miracolo !

Io sono sicuro che finché ci sarà una sola goccia di petrolio nessuno ci dirà che la nuova energia è l'idrogeno, o che si può sfruttare quella meravigliosa ed inesauribile fonte che é il sole.

Addirittura io proporrei che a tutto ciò che si muove fosse applicata una dinamo per ottenere corrente elettrica.

lunedì 18 aprile 2011

AB OVO

Le recenti vicende della Libia mi hanno fatto ritornare in mente un episodio accaduto mezzo secolo fa.

Mi trovavo in villeggiatura in Cadore, dove degli amici erano proprietari di un alberghetto, in cui alloggiava un generale in congedo. L'alto ufficiale esibiva a tutti un'elegante cartella in pelle, nella quale custodiva i diplomi con le motivazioni delle sei medaglie d'oro, che aveva "meritato" in Corno d'Africa, per aver trucidato la popolazione di sei villaggi (uno per medaglia), successivamente dati alle fiamme.

Il grande "eroe" raccontava anche di aver più volte tagliato le mani di qualche "selvaggio" e di averlo poi rimandato indietro con i testicoli in bocca.

Era il periodo in cui l'Italia, buona ultima, aveva deciso di conquistare qualche "terra al sole", tanto per assaggiare i datteri e far sì che il Re potesse fregiarsi del titolo di Imperatore.

Gli altri Stati europei nel frattempo si erano già spartiti l'intero Continente africano e addirittura Inglesi e Olandesi erano venuti alle mani (guerra anglo-boera) per il possesso delle miniere del Sudafrica, ricchissime di diamanti.

Il Belgio dal canto suo considerava il Congo proprietà personale del Re Leopoldo II.

Gli altri Continenti erano da tempo possedimenti degli Stati Europei.

Infatti lo stesso Cristoforo Colombo aveva piantato la Croce a San Salvador, dichiarando di "prenderne possesso" in nome di Isabella di Castiglia.

E da quel momento, grazie soprattutto ai Conquistadores Cortès e Pizarro, erano via via scomparse le civiltà degli Incas e degli Aztechi.

Un vero genocidio !

Più tardi, nell'America Settentrionale, Inglesi e Francesi pensarono bene di eliminare i pellerossa, cancellandone lingua e cultura , per appropriarsi di territori immensi ed estremamente ricchi di risorse di ogni tipo.

E ancora una volta gli Inglesi fanno Storia !

Non solo si ribellano alla Madrepatria, ma si combattono fra loro, fingendo di farlo per la libertà di quei negri, che essi stessi avevano strappato dal Continente Nero, per portarli schiavi nelle piantagioni di cotone.

E sono sempre gli Inglesi a "recarsi" in India, in Australia e dovunque si possa "portare la civiltà".

Ma neache i Russi (sempre Europei) hanno scherzato. Ne sanno qualcosa le popolazioni siberiane, che sotto i vari Zar e Zarine hanno subito furti e maltrattamenti. . . . .


A questo punto, per spiegarlo a mia nipote, mi decido a a cercare nel dizionario il significato della parola COLONIALISMO: "occupazione e sfruttamento di un territorio, riducendone la popolazione in stato di servitù e abiezione".

E io che da bambino credevo che "Colonia" significasse villeggiatura .

mercoledì 31 marzo 2010

LA LINGUA ITALIANA

Da quasi un anno non scrivo un post in questo blog.

Sono indotto a farlo perché alla televisione, sui giornali e perfino su qualche libro scolastico sento bistrattare la nostra bella lingua da personaggi che si ritengono istruiti. E non si tratta di persone qualsiasi, ma addirittura di presentatori, giornalisti e scrittori affermati.

Non parlo solo dell'uso improprio dei congiuntivi, quanto "piuttosto" dell'abitudine ormai diffusa di schiaffare "piuttosto" in luogo di una semplice "O". Infatti sempre più spesso si sente dire:

- Mangio mele, piuttosto che pere;- Vado a Roma piuttosto che a Milano- e via di seguito, mentre si dovrebbe dire:-Mangio mele o pere- Vado a Roma o a Milano.-

Questo benedetto "piuttosto" è, come si sa, un avverbio che significa: "più volentieri, invece, in luogo di" e non "o, oppure. . ."

Ma quello che mi infastidisce di più è quel continuo intercalare di "cioè. . . voglio dire. . . un attimino." L'ultima perla l'ho sentita da un politico che tuonava:". . . nella misura in cui è necessario sviluppare tutto un certo tipo di discorso per risolvere l'annoso problema. . . "

Sicuramente la soluzione di quell' annoso problema sarà trovata solo quando qualcuno avrà capito il significato di quella frase misteriosa. Ma intanto il politico avrà finito il suo bravo comizio e qualcuno l'avrà perfino applaudito. Ma veniamo al "te" introdotto nientemeno che da Maurizio Costanzo, al posto del pronome personale soggetto "tu". "Te mangi mele. . . Te vai a Roma . . . "al posto di "Tu mangi mele. . .Tu vai a Milano". Ora lo usano tutti con vero e proprio compiacimento. Non voglio certo atteggiarmi a sapientone, ma mi ricordo che i miei insegnanti mi riempivano le pagine di fregacci blu anche per molto meno. E cosa dire degli acronimi usati soprattutto dai politici, per far finta di dire cose importanti ! E dell'uso dell'inglese per dire cose italiane!

Voglio dire. . .cioè. . . piuttosto. . . in ultima analisi. . . OGM. . . TFR. . . question time. . . poffarbacco ! ! !